di Francesco Nucera
(segue dalla scorsa settimana)
Achille si fece scivolare addosso il pallone, lo lasciò rimbalzare a terra e, con un tocco delicato, lo passò a Duilio. Il terzino sinistro, quello che Mario chiamava con disprezzo “il Ricatto”, stoppò goffamente la sfera e, a sua volta, la lanciò verso Simone, il suo “Compagno di merende”.
Mario odiava entrambi dalla prima volta che li aveva incontrati qualche mese prima. Si erano presentati in compagnia di Stella, la rappresentante aziendale della CGIL, e avevano iniziato a farneticare su diritti, abusi e cavolate del genere.
«Ascoltate bellini, lo stipendio lo prendono tutti i mesi?» aveva sbottato Mario, arrivato al culmine della sua pazienza, trenta secondi dopo l’ingresso della delegazione.
I tre avevano annuito. «Ma…» aveva provato a protestare Duilio.
«Ma un corno. Io ci metto il grano, io decido cosa fare. Ora andatevene!»
I due uomini avevano abbassato lo sguardo a terra e stavano per uscire, ma la donna li aveva bloccati.
«Signor Bolli, non è così facile. Lei ha degli obblighi verso i suoi operai.» Stella aveva portato le mani ai fianchi, in una posa poco consona ai suoi presunti ideali.
«Senti Stella Polare, pago puntuale e continuo ad assumere gente, direi che non è il caso di cagarmi il cazzo!»
Le possibilità di mediazione erano già finite.
«Lei ha assunto una serie di persone che in azienda non si vedono nemmeno» l’aveva incalzato la sindacalista «e altri di quelli vecchi li ha lasciati in magazzino, a non far nulla, per permettere ai nuovi di fare le consegne. Qui sta andando tutto a rotoli.»
«Quindi il problema è che ho troppi dipendenti… se vuole lascio a casa qualcuno.»
«Non faccia il furbo. Lei sa benissimo che il problema è quella maledetta partita!»
Mario era scattato verso Stella come un pitone pronto a stritolare la preda.
«Non toccatemi la partita!»
«E invece è proprio quella che deve bloccare!» Continua a leggere “Scapoli contro ammogliati: la sfida finale (secondo tempo)”